Ludus Musicæ

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Il nome

In origine avevamo pensato a Opificio o meglio a Officina, quest'ultima in Cicerone specificata da "dicendi", scuola di retorica, per indicare il luogo dove si fa un lavoro, dove si manipola qualcosa, ma anche il lavoro stesso (opus facere) su e con la musica; esistono poi i modelli ciceroniani di officina eloquentiae "laboratorio di eloquenza" e officina nequitiae "luogo di corruzione". Ma poi abbiamo scelto di giocare sul doppio senso e alludere anche al piacere che la musica offre, dunque ludus musicae, visto che il latino classico presenta ludus litterarum, scuola di letteratura. L'uso della lingua latina riafferma il senso del classico, come coscienza dei legami del presente al passato, del fili continui e profondi che legano le nostre musiche attuali alla lunga evoluzione delle musiche delle tradizioni colte e popolari dell'Europa. E vogliamo qui riaffermare un approccio a tutto tondo, con pensiero e azione, con gli strumenti della comprensione e dell'approfondimento storico culturale analitico e con le metodologie della composizione, dell'esecuzione, dell'interpretazione e dell'improvvisazione. Per noi la musica (anzi, le musiche nella loro pluralità di generi e funzioni) merita d'essere considerata come oggetto d'arte e di cultura alla portata di tutti, di cultori e specialisti, di appassionati e curiosi; e dunque deve trovare posto nelle scuole di tutti, accanto alle discipline comuni che concorrono a formare competenze e saperi dei moderni cittadini europei.

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